In stato di Grazia
Uno spettacolo che rappresenta tutti i generi, anche il tuo
(anche se non sai ancora qual è)
Milano – venerdì 10 e sabato 11 dicembre alle ore 20,30 al Teatro Bello torna In stato di Grazia, dove una scatenata Margó Volo riuscirà a sorprendere chiunque, anche sé stessa.
Il monologo è scritto da Tobia Rossi per Margó Volo, con la regia di Chiara Valli, assistente alla regia Mariano Jaime, assistente di produzione Giuseppe di Falco, coreografia Heels Cristian Quinto, produzione GerliMusic Production.
Cosa succede quando Grazia, donna di mezza età rigida e perbenista, in seguito a un “incidente” si trasforma in una “milf” spregiudicata e iper-sessuale, talmente libera da mettere in imbarazzo quelli che prima la accusavano di essere una bigotta?
Da questa premessa surreale nasce In stato di Grazia, monologo scritto da Tobia Rossi per Margó Volo che con ironia e autoironia, parla di tabù e pregiudizi, di scoperta di sé e libertà sessuale, di menopausa e gioia di vivere, attraverso il monologo-testimonianza di un personaggio bizzarro e senza peli sulla lingua, che affronta il pubblico provocando la reazione che più di tutte caratterizza il rapporto col nostro corpo, i nostri complessi, la nostra intimità: l’imbarazzo.
L’incontro tra due generazioni, quella di Tobia e Margó, che “magicamente” creano un vero (In) “stato di Grazia” perfettamente in equilibrio tra ironia e comicità, dramma e commedia.
In un’epoca in cui i corpi sono sovraesposti, i segreti più intimi resi pubblici, siamo davvero così liberi e consapevoli? Quali sono i paletti del dicibile e del fattibile con cui ci confrontiamo ogni giorno?
In stato di Grazia parla di tutto questo attraverso la strampalata epopea di un’eroina kitsch, raccontata miscelando i generi (black comedy, sex comedy, melò, persino musical e fantascienza) e i linguaggi, per restituirci la straordinaria – assurda e meravigliosa – complessità di un essere umano alle prese (come tutti) con paure e fragilità, passioni furibonde e desideri di riscatto. In un immaginario paesino del Nord Italia, Grazia, donna tutta d’un pezzo, moglie del sindaco e preside dell’unica scuola superiore del paese, è temuta da tutti: studenti, colleghi, genitori. Con fermezza e austerità, Grazia guida non solo il suo istituto ma in qualche modo l’intero paese, regolato dai suoi princìpi: rigore, perbenismo e soprattutto repressione sessuale.
Un “vero stato di grazia” per Margó Volo che interpreta undici personaggi dimostrando tutta la sua immensa ecletticità dando voce e forma ad ognuno di loro:
“Dopo essere andata in scena e aver rivisto alcuni brani, mi sono ri- guardata e guardato il rapporto tra un personaggio e l’altro e mi sono detta, Margó, puoi essere molto più folle. Ogni personaggio può essere più forte, più preciso, andare oltre sé stesso, mandando anche me in quell’oltre… In queste due nuove date, voglio mettere da parte la tecnica ed essere più tutto: la follia attoriale è questa. Cambiando un personaggio, inevitabilmente si scatena una reazione a catena in tutti gli altri e questa è la vera magia. Io posso provare fin che vuoi, ma in scena lo spazio fra me, i personaggi e il pubblico, diventa uno spazio di co-creazione. Un percorso emozionale condiviso totalmente con chi è in sala, che diventa parte dello spettacolo”.
Aggiunge l’attrice: “Ho sempre sognato di lavorare con Tobia e per un allineamento di costellazioni è arrivata l’occasione giusta per farlo. A Grazia la situazione esplode letteralmente in mano, disintegrando la corazza che si era costruita nel tempo. Mi sono innamorata subito della sua libertà di pensiero e della sua capacità di trasformazione, che è anche la mia. Un vero viaggio caleidoscopico insieme a undici personaggi, così diversi tra loro, che mi hanno costretta a cercare dentro di me. Ci sono aspetti di Grazia rigida e Grazia svelata, in particolar modo della seconda, che mi appartengono. È cucita addosso a me, ma la stoffa è di Tobia. Prendo in prestito le parole di Grazia, un monito e un augurio per tutti noi: Il corpo è il più grande strumento di libertà che ci sia stato dato. Le regole le fate voi. Ascoltate i vostri desideri. Siatene padroni, rivendicateli”.
Proprio come in un film di mutanti, dopo quell’incidente, qualcosa in lei cambia radicalmente: inizia a sentire uno strano prurito, una strana voglia di essere sé stessa e liberare la sua sessualità, che – dopo i primi esilaranti segnali – finisce per pervaderla totalmente, mandarla in tilt e dar vita a una nuova Grazia: una donna libera. A qualcuno tutta questa libertà non piace, qualcuno è infastidito e teme che la nuova Grazia possa portare la gente del paese sulla cattiva strada.
In breve tempo, all’interno della scuola, alcuni docenti e genitori si coalizzano in un una sorta di partito anti-Grazia; in breve, la donna diventa il capro espiatorio della comunità. Contro di lei si muove una vera e propria crociata. A quanto pare la cittadinanza intera preferiva una despota cinica e repressiva a una variopinta e stravagante (ma autentica) donna libera.
Tobia Rossi come un abile sarto, disegna e realizza su un testo che colpisce per la sua schiettezza, per la semplicità e la forza di parole che mai tradiscono la loro missione: quella di arrivare dritte, senza inutili giri a chiunque avrà il privilegio di ascoltarle.
Dichiara l’autore: “È nata con lei, per lei e su di lei. Contenuto e tema, pensati proprio per Margó. Questo tema, legato alla libertà personale e sessuale, al di là di qualunque tabù, mi ha convinto subito. Ho cercato, come è mia abitudine, il linguaggio più adatto che rispetto con tutti i personaggi: parole incandescenti, precise, forti e un ritmo per ognuno, calzante ed incalzante. Un tema esposto (libertà, tabù e imbarazzi) e uno nascosto (l’educazione e tutto quello che ci ruota attorno): Grazia viene giudicata per la sua rigidità e poi per la sua spregiudicatezza, rivelando le debolezze e i limiti altrui e del nostro tempo”.
E ancora: “In questo monologo vedo quella storia compiersi, arricchita da quello che Margó e tutto il gruppo creativo ci mette. Sono stupito e meravigliato, dalla magia e dalla forza che ha generato, consapevole che un’idea raggiunga il suo compimento solo quando si realizza”.
Strane splendide amate odiate creature
Tutte quante
Dentro di me
Ballano sotto la pioggia
E io so
Adesso so
Con loro so
Che sono in buona compagnia.